Il Labirinto by Terry Brooks

Il Labirinto by Terry Brooks

autore:Terry Brooks
La lingua: ita
Format: epub


16

Nell'istante in cui la pietra di fenice colpì il pavimento e si frantumò, Ahren e Ryer Ord Star vennero avvolti da una nebbia color della cenere. Mulinava lentamente attorno a loro: una mescolanza di minuscole particelle e di luce fioca che girava come il liquido di un calderone rimescolato da una mano invisibile. Li avvolgeva in una nuvola, aderente come una guaina. Al di là di essa, i corridoi di Castledown erano inalterati.

Per qualche momento il principe degli Elfi e la veggente rimasero al loro posto, incerti, in attesa di vedere cosa succedeva. Il piccolo spazzino continuava a fissarli come se nulla fosse cambiato, con i macchinari interni che ronzavano e le luci che ammiccavano, immobile in mezzo al corridoio. Poi cominciò a spostarsi a destra e a sinistra, con movimenti sempre più frenetici. Pareva cercarli, come se non si accorgesse che erano ancora davanti a lui. Ahren si spostò lateralmente di alcuni passi con Ryer, per controllare se lo spazzino li vedeva. La macchina non si voltò verso di loro e non parve accorgersi del loro movimento. Si limitò a girare in tondo in modo inconsulto, cercando di decidere cosa fare.

Poi ad Ahren accadde una cosa inattesa. Da quando era stato avvolto dalla nebbia della pietra, sentiva un impellente bisogno di mettersi in cammino, di proseguire senza fermarsi. Pareva che qualcosa, nel suo petto, lo spingesse, una sorta di sicurezza interiore su quello che doveva fare. Non aveva mai provato nulla di simile. Guardò Ryer e vide che lo stava osservando. Senza parlare, le indicò il corridoio davanti a loro e lei annuì subito. Quando Ahren si toccò il petto, la giovane lo imitò e sentì la magia della pietra di fenice: per trovare la via d'uscita quando ci si è persi, occorre sapere dove si desidera andare. Sorprendentemente, Ahren lo sapeva.

Il giovane fece qualche passo nel corridoio, allontanandosi dallo spazzino e dai suoi inutili sforzi per scoprire dov'erano andati. Continuò a tenere per mano Ryer Ord Star nel timore che, staccandosi, lei perdesse la protezione della magia. La nebbia magica si mosse con loro, come un lenzuolo che li avvolgesse, senza mai cambiare dimensione. Era come trovarsi in una bolla di invisibilità, isolati dal resto del mondo, come possedere una forma particolare di vita negata a chiunque altro.

Ahren cominciava a chiedersi se Antrax fosse al corrente della modifica avvenuta ai suoi piani quando il corridoio davanti a loro si riempì all'improvviso di granchi meccanici.

S'immobilizzò e strinse a sé Ryer Ord Star, guardando i mostri metallici uscire come spettri da aperture nelle pareti, con arti di metallo armati di pinze, coltelli e strani cilindri. Avanzarono nel corridoio allargandosi a ventaglio. Ahren sentì un nodo alla gola. Non c'era modo di evitarli. Erano troppi.

Quando poi si guardò alle spalle, vide che anche l'altra parte del corridoio era bloccata.

Per un attimo cadde in preda al panico: non c'era nessuna via di fuga, non c'era modo di aggirarli. Le ganasce della tenaglia si stavano chiudendo, e lui e Ryer erano presi nel mezzo.



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